blog di Carlo Cuppini

blog di Carlo Cuppini



lunedì 1 agosto 2022

Declinazioni provinciali dello Stato etico

A Firenze un'ordinanza comunale dispone il "divieto assoluto" di usare l'acqua del rubinetto per scopi diversi da quelli igienico e alimentare, compreso annaffiare orti e giardini. Questo, fino al 30 settembre.
Un mese fa i media locali ci informavano che l’invaso di Bilancino – riserva idrica per tutta l'area Fiorentina – era "pieno fino all'orlo", per il 95% della capienza, con una disponibilità di 65 milioni di metri cubi di acqua. Oggi, secondo l'ultimo livello idrometrico registrato il 26 luglio, ce ne sono 60 milioni di metri cubi. Insomma, Firenze non è in piena emergenza idrica.

Del resto, lo dice la stessa nota del Comune che accompagna l'ordinanza:
"Anche se il Comune di Firenze non è in emergenza idrica la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza regionale ed è fondamentale non abbassare la guardia."

Dunque, quale sarà la ragione di un provvedimento tanto impattante, che, se rispettato (e perché non dovrebbe esserlo, dal momento che per le infrazioni è prevista una multa fino a 500€?), determinerà la morte di migliaia e migliaia di piante e alberi, la distruzione delle coltivazioni, privando la città di parte del verde e molte famiglie di beni alimentari autoprodotti?

La ragione di tale provvedimento ce la spiega l'assessore all'ambiente Andrea Giorgio: “Si tratta di un'ordinanza che risponde ad una situazione critica e mira a orientare i comportamenti dei cittadini: infatti sebbene grazie all'invaso di Bilancino la città oggi non vive una situazione emergenziale, la siccità che affrontiamo e i cambiamenti climatici epocali in atto ci devono spingere a promuovere sempre più un approccio al consumo più attento alla risorsa idrica: tutti devono capire che ognuno di noi, con gesti all'apparenza piccoli, può fare la differenza e tutelare un bene comune fondamentale."

“Orientare i comportamenti.”
“Promuovere un approccio.”
“Tutti devono capire.”

In altre parole, far seccare i giardini e gli orti, far morire migliaia di piante, distruggere le coltivazioni a uso familiare, non servirà a garantire che tutti i fiorentini possano dissetarsi e lavarsi, in un momento drammatico in cui a stento esce l’acqua dal rubinetto (chiunque sarebbe disposto a veder seccare il proprio giardino, se questa fosse la situazione - ma non lo è, né rischia di diventarlo).
No: trattasi di una campagna di sensibilizzazione. Una pubblicità progresso: solo che invece di investire in progetti di educazione, comunicazione, cittadinanza consapevole, consumo critico, io ti multo se tu dai l’acqua ai tuoi pomodori. Così forse “capisci”.

Questo piccolo, istruttivo e clownesco fatto provinciale descrive in pieno la mostruosità dello Stato etico, fatto di arbitrio, tracotanza, colpevolizzazione, capri espiatori, paternalismo, sparate surreali, alibi, diversivi e persecuzioni.

Nel nostro piccolo giardino abbiamo tre magnifiche piante di kiwi di trent'anni di età, che fanno circa 500 frutti all'anno; un ciliegio di quindici anni e altre piante più giovani e modeste: mandarini cinesi, piante aromatiche. Inoltre, come ogni estate, stiamo coltivando quattro piante di pomodori che soddisfano interamente il nostro fabbisogno di questi preziosi pomi da luglio a ottobre. Se ci attenessimo al dettato dell'ordinanza, tra 15-20 giorni tutto questo questo sarebbe morto: tre kiwi trentennali, morti; un giovane ciliegio, morto. È del resto un dettato che non ammette deroghe o interpretazioni, se le parole vanno intese per il loro significato: se per "divieto assoluto" si deve intendere "divieto assoluto".

Questa mattina ho scritto all’Assessore Andrea Giorgio e al Direttore del settore Ambiente Ilaria Nasti per chiedere se sia determinazione del Comune distruggere migliaia di piante, alberi e coltivazioni dislocate nel territorio comunale, comprese le nostre; oppure, in caso contrario, di indicarmi le soluzioni pratiche che permettano di rispettare la norma e, allo stesso tempo, di far sopravvivere, crescere e maturare piante e coltivazioni. Soluzioni che non si evincono dall’ordinanza e dai comunicati diffusi, e che a me non vengono in mente.

Intorno a me tutti hanno paura della Meloni al governo. È così dal 2020. Quando criticavo Conte perché minava i pilastri dello Stato liberale a colpi di Decreti del Presidente del Consiglio e di dirette Fb, mi dicevano che così facevo il gioco della destra. Che bisognava sostenere il governo, a prescindere. Che c'era una pandemia - non me ne ero accorto? Io rispondevo che sì, me ne ero accorto, ma che non mi ero dimenticato che c'era in ballo anche il futuro dello Stato liberale e della democrazia, e che si stavano disinvoltamente seminando paradigmi aberranti che sarebbero diventati altrettanti precedenti, e quindi prassi normale.
Io da marzo 2020 non ho paura delle diavolerie illiberali che potrebbero inventarsi Meloni & co per vessarci; ho paura di ciò che Meloni & co erediteranno dai due governi precedenti: dei dispositivi normativi, delle forzature costituzionali, dei modi di governo, di amministrazione e di comunicazione che si troverà tra le mani, sdoganati, validati e pronti all’uso. E sarà dura dirle: “no, tu non puoi dire ai biondi di non uscire di casa il lunedì e ai mori di non lavarsi il sedere il giovedì”, dopo che “i buoni” hanno detto per due anni e mezzo: “noi consentiamo, noi non consentiamo”, “voi non uscite di casa dopo le 22”, “ai concerti senza mascherina, a scuola con la mascherina”, “al bar i vecchi possono sfogliare il giornale, a scuola i bambini non possono scambiarsi una gomma (per proteggere i vecchi che sfogliano il giornale)", "tu non puoi salire sul treno o andare al cinema neanche se hai un tampone negativo”, “tu non puoi andare a lavorare, anche se l’associazione nazionale dei medici aziendali ha dichiarato antiscientifico e dannoso il green pass - comunque non ci vai", “tu lascia morire il tuo ciliegio e i tuoi kiwi, non perché l’acqua scarseggi a tal punto, ma perché così forse capisci”.

A me appare sempre più chiaro che obbedire supinamente – perché loro dovevano essere per forza in buona fede, e dovevano per forza agire nel modo migliore; per forza perché c’era una pandemia – è stata una pessima, tragica idea. Ma siamo sempre in quattro gatti a pensarla così; e, nello specifico, non ho letto alcuna critica a questa ordinanza. Va tutto bene. Da 30 mesi a questa parte va tutto bene. A furor di popolo, e per decreto. Quindi sicuramente mi sbaglio io.
https://ambiente.comune.fi.it/sites/ambiente.comune.fi.it/files/2022-07/ord%2000157_2022%20siccit%C3%A0.pdf
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/bilancino-e-pieno-fin-quasi-allorlo-se-non-ci-fosse-sarebbe-terribile-1.7807255
https://www.firenzemeteo.it/toscana/monitoraggio-invaso-di-bilancino.php
https://www.ansa.it/toscana/notizie/2022/07/28/siccita-a-firenze-divieto-uso-acqua-per-scopi-non-domestici_0e5bcd7e-2b8a-44aa-9dda-6dd202f7906a.html

2 commenti:

  1. Mentre mio figlio va in piscina oggi (!), cerco di capirci qualcosa. L'ordinanza sovrappone due cose. Il divieto regionale:

    "di utilizzo dell'acqua potabile erogata da
    pubblico acquedotto per:
    · irrigare orti e giardini con superficie superiore a 500 m2
    · innaffiare e irrigare superfici adibite ad attività sportive;
    · alimentare impianti di climatizzazione ed impianti di qualsiasi altro tipo;
    · riempire piscine ad uso privato
    · lavare fosse biologiche"

    E un sottodivieto comunale, rivolto agli utenti domestici di Publiacqua (ed ecco che il figliolo può magicamente sguazzare in una piscina imprenditoriale non domestica):

    fino al 30 settembre 2022, agli utenti di tipo domestico di Publiacqua S.p.A., è fatto divieto
    assoluto, su tutto il territorio comunale, di utilizzare l’acqua potabile proveniente
    dall’acquedotto per scopi diversi da quelli igienici e domestici ed in particolare è vietato
    utilizzare acqua potabile fornita dal pubblico acquedotto per:
     l’innaffiamento di giardini, prati ed orti;
     il lavaggio di cortili e piazzali e garage;
     il lavaggio domestico di veicoli a motore;
     il riempimento di vasche da giardino, fontane ornamentali e simili, anche se dotate di
    impianto di ricircolo dell’acqua"

    Per cui il Conad sotto casa può continuare a sparare l'aria condizionata, ma io dovrei far morire i pomodori che cresco sulla terrazza. Anche se non è chiaro se siano compresi o no i vasi delle piante.

    RispondiElimina
  2. Scusa dimenticavo di firmare, sono Miguel Martinez http://kelebeklerblog.com/ Vedo che usi Google Captcha, probabilmente è illegale adesso, occhio al Garante :-)

    RispondiElimina