La recensione di "Logout" scritta da Giovanni Agnoloni per il blog "La poesia e lo spirito" è anche, come dichiara lui stesso, la testimonianza di un sodalizio umano e letterario. Per questo, oltreché per la grande sensibilità e acutezza interpretativa di Giovanni, il suo punto di vista sul libro è particolarmente penetrante e permette a me per primo di scoprire cose segrete. Toccante il paragone con Pinocchio: Luca si è emozionato leggendolo, e io con lui.
"(...) È qui che Logout diventa un romanzo di formazione a pieno titolo, perché affronta con grande efficacia il tema dell’uscita dal bozzolo della sicurezza – sia pur non legata al tepore della casa e dell’infanzia come dimensione infantile “di partenza” (che era più una caratteristica de Il mistero delle meraviglie scomparse), ma a regole imposte da fuori, dai “grandi” indottrinati da un sistema che, con la scusa del pensare al “loro bene”, li isola e strumentalizza ai propri fini di lucro. Da qui si deve uscire, e uscire significa precisamente rendersi conto che il Baratro, ovvero la vita con le sue incertezze, è in realtà molto migliore di quella prigione dorata che viene chiamata Sesamo. In essa ci sono molteplici strade e luoghi, tanta natura e innumerevoli avventure, amicizie e amori in erba. Tutto questo Luca si troverà a vivere a partire da quel momento, in un crescendo ragionato e articolato in cui l’architettura dell’ottima costruzione narrativa farà emergere con sempre maggior chiarezza la natura anche politica di quest’opera, oltre a uno stile divertente, ironico e insieme capace di sollecitare le sfere più intime della sensibilità di ognuno di noi.
Per rifarmi ancora a Carlo Collodi, Luca è un Pinocchio aggiornato ai nostri tempi, che attraverso la sua avventura, poi tramutata in vera e propria missione per la salvezza dei più sfortunati e sfruttati del popolo di Birbania, ricorda e grida al mondo di essere fatto di carne, e non di software, codici binari e altre dimensioni puramente artificiali quali quelle che reggono l’universo malsaziano. Ma, insieme, è anche il bambino-uomo che fuoriesce dalla caverna platonica delle false credenze per aprirsi alla luce del mondo e, pur correndo dei rischi, salvare chi è ancora prigioniero – ivi compresi coloro che non cessano di inneggiare alla bellezza del sistema voluto da Giaffo Zucabezzo."
Qui la recensione integrale.
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