blog di Carlo Cuppini

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martedì 29 aprile 2025

Origine, di Nat Cardozo

Questo libro dell’illustratrice uruguaiana Nat Cardozo, edito da L’Ippocampo, racconta con rispetto e semplicità la ricchezza della diversità di alcuni popoli "originari": quelle comunità indigene che sono rimaste fuori dal corso della Storia, o a suoi margini, e oggi rischiano di venirne definitivamente schiacciate (come accenna il testo in appendice, di tipo più informativo). 
Ma soprattutto racconta ciò che accomuna tutti questi popoli: una visione della natura come essere vivente di cui ogni persona e ogni gruppo fa parte, come una cellula o come un organo; e dalla cui salute e prosperità dipendono la salute e la salute di ciascuno. Inoltre, una vita che trova la pienezza nella pratica della moderazione, della riconoscenza e della reciprocità, e nel conseguimento della saggezza. Dove sottrarre alla natura più di quanto sia strettamente necessario è spesso considerato una colpa che deve essere punita. L'esatto opposto dei popoli che hanno scelto di contrapporre alla Natura la Storia e la Religione, prima, e poi la Scienza e la Tecnica. L’opposto dei popoli che hanno fatto la Storia. Che l’hanno inventata, intendendola come un continuo bivio tra sopraffare e appropriarsi, o essere sopraffatti e venire depredati. 

Questo libro mi fa pensare che anche noi, arrivati al termine di questa folle corsa che è stata la Modernità, non potendo tornare indietro fino alla nostra origine, della cui memoria non si conserva neanche la più remota eco, dovremmo almeno inventare un modo per ridiventare un po' indigeni. Che non significherebbe ripudiare i prodotti materiali e immateriali della Modernità; ma dare sempre più peso ad altre cose, più spazio ad altri comportamenti, più nutrimento ad altre relazioni e visioni, più fiducia in un'altra idea di pienezza della vita. Finché quelli - i prodotti della Modernità - non finirebbero spontaneamente per interessarci sempre meno.

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