Per il mio compleanno avevo espresso un desiderio: l'abbonamento a "Malamente. Rivista di lotta e critica del territorio". Ci ha pensato Ramona a esaudirlo e la prima busta con l'ultimo numero, insieme a un arretrato e a un libro in omaggio, è arrivata ieri.
Finora ho letto soltanto occasionalmente gli articoli di "Malamente" disponibili on-line. Oggi sento sempre più il bisogno di sostenere le iniziative che costituiscono e costruiscono alternative, culturali, produttive, sociali e politiche.
Sostenerle significa dare loro ossigeno per andare avanti; significa nutrirsi in modo più profondo e più continuativo delle riflessioni che portano avanti; significa, infine, sentire di farne in qualche modo parte.
Quest'ultimo aspetto per me non è secondario.
Tra i dissidenti, i critici, gli sbigottiti che mi capita di incontrare, dal vivo o in altre forme, la riflessione ricorrente, e dolente, è: siamo soli, disorientati, abbiamo preso ogni riferimento e ogni senso di appartenenza, gli esperimenti politici che avrebbero dovuto rappresentarci sono stati dei disastrosi fallimenti... Che fare?
È una sofferenza psicologica e sociale, arriverei a dire esistenziale, che per molti come me si è acuita in modo insopportabile durante la pandemia, e che per molti aspetti (anche a causa dell'assenza di una riflessione collettiva sui fatti pandemici, ma per molte altre più attuali cause) continua a persistere.
Inoltre i social ci hanno fatto e ci fanno incontrare, tra consimili e consentanei, e questo è un bene. Ma la cosa rischia di finire lì. Certo, è importante poter continuare a condividere riflessioni in questi spazi, e usarli per promuovere iniziative reali sul territorio. Ma la dinamica di fondo dei social è quella che ci porta a vedere soltanto i "trend topic", le notizie del giorno passate sui siti dei media, e a fare battaglie di link e screenshot, e a spendere la nostra intelligenza e la nostra energia in un continuo moto di reazione. La reazione è positiva, perché mobilita forze fresche; ma non è mai una creazione: porta sempre con sé l'impronta di ciò che ha suscitato la reazione, in negativo, e poco altro. Cosa diventeremo, di questo passo? E cosa NON diventeremo?
Dobbiamo cercare di andare oltre i social, continuando a usarli per sfruttare la loro utilità, consapevoli però della loro caratteristica energivora, illusoria e ipnotica. E cercare, appunto, di incrociare esperienze concrete, territoriali, sociali, che possono essere vicine o lontane da noi, ma a cui in qualche modo possiamo apparentarci. Sostenendole, nutrendocene e facendone parte.
Di "SuperLunaria" ho giù parlato più volte. È una rivista, un progetto e anche, sempre più, una comunità di dissenso e di creazione di altri sensi.
"Malamente" è un progetto che da anni raccoglie, studia, promuove la cultura libertaria e anarchica, ascoltando e riportando soprattutto le esperienze concrete delle persone, delle comunità e dei territori. Con una parte dedicata alla teoria e al pensiero libertario, anti autoritario e antimilitarista.
"Malamente", durante la pandemia, non si è fatta irretire dai ricatti morali ed rimasta attacca al proprio percorso e alle proprie convinzioni, criticando gli aspetti autoritari della gestione. Questo la rende unica.
Dalla rivista Malamente sono nate più recentemente anche le Edizioni Malamente, una piccola casa editrice indipendente che molto seriamente propone pubblicazioni di grandissimo interesse, sempre incentrate sulla critica del potere e sul pensiero libertario e sulla costruzione di alternative nel territorio.
Per tutti questi motivi credo che i 20 euro richiesti per sottoscrivere l'abbonamento annuale e ricevere 4 numeri trimestrali, siano 20 euro veramente ben spesi.

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