Il mio lunedì senza social ieri è andato benissimo. E il vostro?
Essendo sovrapposto al primo di due giorni di digiuno per Gaza, ho riflettuto a lungo sul tema del "raccoglimento". Quando non butti nella pancia il cibo, raccogliersi è inevitabile. Anche se magari stai lavorando, o facendo le solite cose di tutti i giorni.
Forse il raccoglimento è il vero e potente antidoto all'esternalizzazione, alla frammentazione, alla nevrotizzazione della personalità che un uso compulsivo, o anche solo intensivo, dei social comporta.
Il raccoglimento è un vero spauracchio per la società del consumo, dell'usa e getta (anche nelle relazioni), della performance, dello spettacolo, dell'immagine, della notifica, dell'insicurezza, dell'appagamento istantaneo (di desideri e bisogni indotti), dell'horror vacui.
Il raccoglimento ci richiama a una centratura possibile, a una pazienza che non vuole riempire sempre tutto, e non pretende che la mente sia sempre intrattenuta da una tempesta di stimolazioni esterne (notizie, post, commenti, commenti di commenti, meme, notifiche, storie...), pena un attacco d'ansia.
Il raccoglimento richiama il senso dell'intimità e dell'interiorità. Due "strati" dell'essere che non per niente sono vietati e perseguitati nella più vecchia, attuale e raggelante distopia: quella del "Mondo nuovo" di Aldous Huxley.
E pensandoci bene, anche da noi cominciano a essere dimensioni piuttosto malviste.
Ieri mi è venuto in mente un passaggio dell'importante libro di Giulio Milani "Codice Canalini" (ne ho parlato qualche post fa). L'ho ricercato e ve lo propongo Leggete queste righe.
Anche noi abbiamo fatto parte di questo numero di lettori che si sono perduti, o si sono assottigliati?
Io, pur essendo un lettore moderatamente forte, sicuramente sì, lo sono stato, in diversi momenti, e per periodi prolungati: l'uso dei social - magari per cause che mi apparivano buone e importanti - mi ha tolto un sacco di tempo e, oltre a molte altre cose, un sacco di letture.
Si fa sempre in tempo a invertire la rotta: tenere il buono (anche dei social, perché no?) e scrollarci selvaggiamente di dosso le trappole, i buchi neri del tempo e dell'energia, i gesti compulsivi e coatti, le lusinghe del "tanto è gratis", i canti delle sirene.

Nessun commento:
Posta un commento