blog di Carlo Cuppini

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venerdì 6 giugno 2025

La guerra non esiste

Per essere davvero pacifisti - mi correggo: per essere davvero umani e, come umani, vivi - dovremmmo convincerci sinceramente, profondamente, che la guerra non esiste. Dovremmo rigettare integralmente questa parola. Perché è la parola stessa che offre esistenza a un fenomeno, rendendolo in qualche modo plausibile, giustificato nel suo manifestarsi, in fondo accettabile. Al punto che esistono un “diritto bellico” e i “crimini di guerra” (come se esistesse qualche aspetto della guerra, qualche sua manifestazione, non riconducibile alla dimensione del crimine). 

Dire “guerra” significa stare sul piano dell'astrazione e soprassedere pigramente su tutto ciò di molto concreto che questa parola pretende di rappresentare e significare. Questo vale per tante parole. Ma nel caso di “guerra” è più grave, perché tra l'uso comune del sostantivo astratto e la natura dei fatti concreti che esso rappresenta esiste una dismisura assoluta.
Non dire guerra non per per rimuovere la guerra dalla coscienza, ma al contrario, per non normalizzarla e ridimensionarla.
Faccio un esempio limite di quello che sto dicendo, per rendere più chiaro il concetto: in alcune religioni il nome di dio è impronunciabile; non si dà proprio; perché qualunque nome segnerebbe una dismisura inaccettabile rispetto a ciò che vorrebbe rappresentare; assegnare un nome a dio vorrebbe dire limitarlo, banalizzarlo. 
È questo che intendo. L'orrore della guerra è illimitato. Se dovessimo parlare di guerra, senza usare l'etichetta che mettiamo sul barattolo che contiene i fatti che la costituiscono, dovremmo usare un giro di parole destinato a non finire mai.

È questa pigrizia - umanamente comprensibile - che ci frega sempre. Ci conviene, rende le cose più facili; ma ci obbliga a una condizione esistenziale incompiuta, in fondo dimessa e rinunciataria. A cosa rinunciando, usando le parole in questo modo?
Se c’è una forma di eroismo che apprezzo, è quello che combatte questa pigrizia delle parole e della mente, questa incompiutezza dell’esistenza che lascia spazio, dentro di noi, all’azione delle ideologie, delle manipolazioni, dei simboli agitati dal potere.
La guerra non esiste. Non dovremmo mai mai pronunciare questa parola. Ogni volta che vogliamo parlare di certi fatti, dovremmo armarci di impaziente, ostinata pazienza e fare lunghi giri di parole, infinite elencazioni di tutti i fatti atroci e disumani che la parola “guerra” comprende. E che, in fondo, nasconde e rimuove.

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