Esce in questi giorni libreria il libro "Noi siamo l'opposizione che non si sente": un progetto editoriale a cura di Giulio Milani, pubblicato dalla casa editrice Transeuropa di cui è direttore.
È una raccolta di interventi inediti di scrittori, poeti, registi, intellettuali. Il tema è la gestione della pandemia. Le opinioni e le chiavi di lettura espresse sono le più diverse. Il criterio che solidamente crea una comunanza è l'opposizione all'unanimismo intollerante e acritico che ha segnato fin dall'inizio l'unica lettura autorizzata dei fatti. O forse più correttamente dovrei dire l'indifferenza verso tale unanimismo, di persone che si sono date pensiero liberamente, ignorando le delegittimazioni e schivando il "ricatto delle bare di Bergamo" – come se esercitare onestamente e sobriamente il diritto di critica potesse mai offendere qualcuno, invece di costituire una complessificazione di temi complessi, che come tali devono essere rappresentati perché se ne possa discutere sensatamente e proficuamente.
Ma il fatto pandemico ha indotto molte persone ad assumere spontaneamente la postura civica dell'utente passivo dell'autoritarismo: "bisogna fidarsi di chi sa", "bisogna obbedire alle autorità", "bisogna rispettare le norme".
Sono grato a Giulio Milani per avermi invitato a dare un contributo a questo importante, necessario progetto, e spero di esserne stato all'altezza. Sono davvero onorato di trovarmi in queste pagine in compagnia di personalità davvero eccellenti della cultura italiana: Ginevra Bompiani, Aldo Nove, Franco Berardi Bifo, Antonio Rezza, Flavia Mastrella, Emanuela Nava, Lello Voce, Giovanni Agnoloni, Enrico Macioci, Mia Lecomte, Gabriele Frasca, Marco Guzzi, Francesco Benozzo...
La consegna del testo era fissata per la fine di luglio. A metà luglio ho buttato via quello che stavo scrivendo, e sono rimasto in attesa. Stava per succedere qualcosa. La campagna vaccinale era in stato molto avanzato, i traguardi indicati erano a un passo, e sembrava che avessimo imboccato una via d'uscita dalla crisi, in senso epidemiologico e politico. La Gran Bretagna toglieva tutte le restrizioni. Eppure qualcosa di molto grosso, che andava esattamente nella direzione opposta, stava per vedere la luce.
Il 22 luglio Draghi annuncia il varo del green pass, con la poderosa, duplice menzogna: "Il Green pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a divertirsi (...) con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose."
Il green pass non doveva servire a "continuare a divertirsi": ma a studiare, a lavorare, ad accompagnare i propri figli a scuola, a vivere dignitosamente.
E non esisteva alcuna "garanzia" di trovarsi tra persone non contagiose, dal momento che l'immunità data dal vaccino non è sterilizzante, e la protezione dall'infezione declina in capo a 4-6 mesi, mentre il passporto ne dura 12. Ma a che serve ripetere qui queste cose?
In quegli ultimi giorni di luglio, nell'estate meno spensierata della mia vita, mi è parso di comprendere ciò che stava accadendo: non stavamo uscendo dalla pandemia, stavamo entrando in una fase nuova: l'epoca della "legittima" discriminazione. Il peggio - i veri scopi - erano ancora di là da venire. Tuttavia la traiettoria era chiarissima, a volerla vedere.
Ho strappato qualche giorno oltre il limite per la consegna per scrivere di ciò che aveva appena iniziato ad accadere, e da cui non si sarebbe tornati indietro.
Ho intitolato il mio intervento "L'estate delle non persone", sapendo che a quella abbacinante estate sarebbe seguito un attonito autunno, e poi un raggelante inverno.
Il pezzo inizia così:
"È una calda giornata di mezza estate. Molti italiani sono in ferie, la voglia di spensieratezza e di spontaneità allontana dalla mente le immagini più scioccanti di diciotto mesi di emergenza sanitaria, e quelle della sua gestione. Tutto in effetti sembra ricordare una normalità perduta.
Ma c’è un fatto nuovo: un fatto sociale straordinariamente significativo, sebbene invisibile, originato da un decreto legge che ha trovato il terreno preparato da mesi di comunicazione istituzionale e mediatica improntata a uno hate speech sfuggito a ogni censura.
Da oggi, per le strade, accanto alle persone, camminano schiere di “non persone”: esseri umani che fino a ieri erano cittadini, ora sono individui spogliati di una serie di diritti e opportunità – salvo sottoporsi costantemente a test invasivi, costosi, eventualmente dolorosi, non necessariamente disponibili in ogni circostanza.
Le “non persone” sono piccoli umani appena usciti dall’infanzia; sono giovani o adulti, oppure anziani; sono persone non vaccinate, o non ancora vaccinate per i più diversi motivi; sono adolescenti che se vivessero in Inghilterra o in Norvegia, per esempio, non avrebbero la possibilità di vaccinarsi nemmeno se lo volessero, per via di una decisione che le autorità locali hanno preso a loro tutela; le “non persone” sono anche persone vaccinate di ogni età che scelgono l’obiezione di coscienza verso la certificazione verde che oggi, 6 agosto 2021, è entrata in vigore."
Vi invito a procurarvi questo libro. Non solo per i molti spunti che offre, con contributi meditati, distesi, ben più pesanti delle riflessioni concitate buttate da ciascuno di noi sui social, legate spesso a specifiche circostanze.
Ma anche per sostenere, moralmente idealmente ed economicamente, l'impresa "imperdonabile" di un editore che ha deciso di sfidare, obbedendo alla sua coscienza umana e professionale, il blocco del pensiero unico sul covid. Con tutto ciò che questo – sappiamo – può comportare. Soprattutto nell'ambiente culturale, dove il conformismo del politicamente corretto (che oggi significa governativamente corretto) è pressoché totale.
"Noi siamo l'opposizione che non si sente", a cura di Giulio Milani, Transeuropa, 200 pagine, 13 €.
Dal 28 ottobre in tutte le librerie e negli store on-line.
Già acquistabile sul sito della casa editrice:
Autori:
Roberto Addeo (scrittore e poeta)
Giovanni Agnoloni (scrittore)
Lucianna Argentino (poeta)
Fabrizio Bajec (poeta)
Francesca Bartellini Moech (scrittrice, poeta, regista, attrice)
Francesco Benozzo (poeta)
Franco Berardi Bifo (filosofo e scrittore)
Giorgio Bianchi (fotoreporter e scrittore)
Donatella Bisutti (scrittrice e poeta)
Ginevra Bompiani (scrittrice e editrice)
Mario Bramè (scrittore e manager)
Davide Bregola (scrittore)
Stefano Burbi (compositore, direttore d'orchestra e poeta)
Michele Caccamo (scrittore e editore)
Simone Cerlini (scrittore)
Carlo Cuppini (scrittore e poeta)
Raphael d’Abdon (poeta e scrittore)
Caterina Davinio (poeta e artista)
Monica Dini (scrittrice)
Luca Fassi (scrittore)
Rita Florit (poeta)
Gabriele Frasca (poeta)
Andrea Garbin (poeta)
Andrea Genovese (poeta e scrittore)
Peter Genito (bibliotecario e scrittore)
Giovanna Giolla (giornalista e scrittrice)
Marco Guzzi (poeta)
Mia Lecomte (poeta e scrittrice)
Enrico Macioci (scrittore)
Flavia Mastrella (regista e scultrice)
Eva Milan (scrittrice e musicista)
Emanuela Nava (scrittrice)
Aldo Nove (poeta e scrittore)
Riccardo Paccosi (regista e scrittore)
Vincenzo Pardini (scrittore)
Antonio Francesco Perozzi (scrittore e poeta)
Federico Pietrobelli (poeta)
Andrea Ponso (poeta)
Antonio Rezza (attore e scrittore)
Luca Rossi (scrittore e sceneggiatore)
Federico Sanguineti (poeta)
Gianfranco Sanguinetti (scrittore)
Francesco Scardone (scrittore)
Marco Tutino (compositore)
Lello Voce (poeta e scrittore)
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