Ultima mattina ad Arezzo (per ora: ci tornerò i primi di maggio), per incontrare quattro classi dei borghi di Staggiano e di Marciano.
Propongo anche a loro il gioco dell’immaginazione, ormai un classico di questi incontri: “Qual è la cosa che rende speciale, bellissimo e unico il luogo in cui vivi? Che cosa proveresti se una mattina quella cosa sparisse? Come reagirebbero gli altri? Gli adulti? E i bambini?”
Per questi bambini le cose che rendono speciali i loro luoghi sono le famiglie, i genitori, il fratellino, la sorellona, il cane, il gatto. Ma anche i pesci, uno scarabeo, un seme che viene annaffiato tutti i giorni e ancora deve germogliare, un boa.
“Un boa?”
“Sì, un boa. Lo teniamo in una teca.”
Poi il paesaggio, il tramonto, la libertà di fare quello che voglio. Gli amici. Il parco. Il campo da calcio. Niente tecnologia.
Una bambina dice: “A me dispiacerebbe se sparisse Il mistero delle meraviglie scomparse.”
“Il libro?”
“Sì.”
“In quel caso ci troveremmo di fronte al mistero del Mistero delle meraviglie scomparse scomparso!”
Immaginiamo insieme l’inizio della storia del boa scomparso…
Poi mi tempestano di domande, e io cerco di rispondere, facendo passare in filigrana la magia dello scrivere, la forza del raccontare, il segreto delle storie che si annidano in ogni dove… e una volta iniziate non hanno mai fine - sì: continuano anche dopo la fine del libro!
Infine mi mostrano dei lavoretti meravigliosi. Una classe ha fatto un libro artigianale dove ogni bambino, arrivato a metà della lettura, ha immaginato, scritto e disegnato il suo finale. Un'altra ha costruito un libro che raccoglie i pensieri e i disegni sulla parte più bella della storia secondo ciascuno (noto che in tre hanno scelto il momento - tutto sommato non centrale nella trama - in cui i potenti della Terra si riuniscono all'interno di un tendone da circo, neanche fossero pagliacci...). Le altre due classi hanno realizzato dei bei cartelloni pieni di disegni e di domande.
Firmo un’ottantina di copie. Esco frastornato e felice…
Tornato a casa, trovo un messaggio su Messenger: “Buonasera, sono la mamma di …, uno dei bambini della scuola di Terranuova Bracciolini. Ieri è tornato a casa felice, emozionato e pieno di nuove idee... mi ha detto che presto vorrebbe scrivere un libro anche lui. Grazie.”
Grazie. Grazie. Grazie. Buone storie a tutti. Quelle lette, quelle scritte, quelle vissute, quelle soltanto immaginate.
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